Dopo aver letto questo post ho pianto. E’ vero. Io sono stata perfida con alcune donne che ho conosciuto. Lo sono stata molto di più con mia figlia. Mi sono resa conto, adesso che ho 56 anni, che non mi sono mai accettata. Non mi piaccio. Mi sono sempre vista troppo grassa. Ho fatto di tutto pur di dimagrire. Estenuanti prove di fatica fisica, palestra, corse, passeggiate lunghissime. Ho digiunato, e quando arrivavo ad un peso limite che mi rendeva più sicura ricominciavo a mangiare, senza sosta, e in un attimo riprendevo venti chili. Ho sfogato la mia frustrazione su altre persone. Ho detto a mia figlia che non aveva forza di volontà. Le dicevo di seguirmi e correre, dimagrire, perché avere il controllo su di lei mi dava modo di averlo , indirettamente, su di me. Quel che succede quando hai dei problemi e che li rifletti su altr*, e…
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Anche se fossi in cerca di assoluzione, con me non ne otterresti. Ti disprezzo, sì, come disprezzo tutte quelle come te e anche mio padre: talmente vittime della società da esserne i carnefici. La malattia non giustifica, non offre scusanti morali: i medici che te lo hanno detto, non hanno una visione chiara sui rapporti di causa-effetto. Ti auguro di consumarti nella sofferenza, estinguerti e morire sola, in un processo che vede solo declino e nessuna luce. Le scuse che hai porto a tua figlia hanno avuto un decimo dell’enfasi che hai messo nel distruggerla? Dovresti supplicarla come la Madonna, dedicare anni a ripagare il male terribile e inguaribile che le hai inflitto. Invece non lo farai, perché sei una codarda che non ha neppure il coraggio di mangiare.
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