Questa settimana ce ne andiamo in Francia, presenziamo a ricchi banchetti in compagnia della nobiltà più decadente e corrotta dell’Ancien Régime, ci aggiriamo, un po’ spaesati a dire il vero, nei postriboli d’alto bordo frequentati dai notabili (sempre decadenti e corrotti), e diamo la caccia alla famigerata Bestia di Gévaudan, in compagnia del naturalista de Fronsac e del suo fratello di sangue Mani. Perché a noi i film dove gli aristocratici e il clero sono trattati come l’equivalente settecentesco dei redneck di Le Colline Hanno gli Occhi, piacciono particolarmente, e ci sembrava giusto farci una lunga chiacchierata su questa stramba opera firmata da Christophe Gans nel 2001, ai tempi una delle più costose produzioni del cinema francese e tentativo di realizzare un blockbuster europeo vendibile all’estero.
Nel corso delle nostre numerose divagazioni, abbiamo parlato di Illuminismo, pallottole d’argento, di quanto è bravo a fare il viscido figlio di puttana Vincent…
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