Mio padre

Ciao,

questo sabato pomeriggio ho accompagnato mio padre per delle commissioni in Corso Buenos Aires a Milano. Buon per te direte voi. Racconto questo perché è successo un piccolo tracollo emotivo di mio padre che mi ha fatto capire quanto si siano inverititi i ruoli tra me e miei genitori: eravamo in metropolitana per tornare a casa e mio padre si è accorto che non aveva il cellulare. Il primo pensiero che gli è venuto in mente è che nel delirio pre natalizio qualcuno glielo avesse rubato. Visto che nello smartphone ci sono le varie applicazioni per operare online ha avuto un momento di scoramento, soprattutto perché è un periodo che non riesce a fare qualcosa senza vari intoppi. Ha cominciato a singhiozzare come un bambino.

Sono riuscito a tranquilizzarlo: abbiamo chiamato mia mamma e per fortuna l’aveva semplicemente a casa. Quindi tutte le previsioni apocalittiche che si era fatto se ne sono andate via. Un po’ mi spaventa questa cosa: la mia paura non è nelle questione pratiche ma nel dargli un vero appoggio morale o per lo meno che lui si renda conto che non deve più fare il superuomo con me.

Vediamo come procede nei prossimi mesi!

A qualcuno di voi, come figlio, è mai capitata una situazione del genere? Come vi siete regolati nel caso?

Luca

5 pensieri riguardo “Mio padre

  1. Ti capisco benissimo, avendo anch’io un padre abituato che reagisce molto male all’età che avanza e agli inevitabili problemi che questo comporta, compresa l’inversione di ruoli a cui accenni. Ogni cosa diventa più complicata e per un padre abituato all’indipendenza diventa sempre più difficile dover accettare aiuto, così come per me da figlio è complicato fornire aiuto senza ferire la sensibilità, aiutando con leggerezza come se fosse una cosa senza importanza per non farla pesare. La situazione non migliorerà con l’andar del tempo, quindi cerco di lavorare sull’equilibrismo dell’inversione dei ruoli 😉

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  2. Quando ho visto mio padre piangere è stato come vedere un dio che cade dal trono.
    Ho visto in lui tutta l’umanità e la fragilità, facendo cadere l’immagine idealizzata che avevo costruito in tutti questi anni da quando ero bambino.
    E’ una botta emotiva molto forte, ma fa crescere davvero tantissimo.

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  3. Più che non fare il superuomo con te , penso sia una questione di consapevolezza del fatto che perdere il controllo di certe cose non è così drammatico . Dagli il sostegno che serve per fargli capire che anche se si trovasse in situazioni come questa , in qualche modo , lui saprebbe cavarsela . Perchè credo sia questa la verità; un modo per cavarsela c’è sempre . Il pianto è sintomo di spaesamento , di perdita di una parte di lui. Quella del controllo.

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